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Regione Piemonte

Mario Magnetto

Mario Magnetto, imprenditore e filantropo

La biografia di Mario Magnetto, la sua storia di imprenditore e di filantropo sembrano appartenere a un tempo lontano, quando la volontà e la determinazione erano i motori principali per affermare il proprio talento. Quello di Magnetto è consistito nella capacità di creare, dal nulla, un gruppo industriale che oggi è leader nel settore del trattamento dei laminati, e nella disponibilità nei confronti degli altri, che lo hanno portato ad occupare per dieci anni la carica di sindaco di Almese.

Mario Magnetto è nato il 21 giugno 1919 ad Almese, nella borgata Cà Magnet, terzo figlio di Lorenzo e di Adele Torsello. Il padre, operaio al dinamitificio Nobel di Avigliana, si occupa anche della coltivazione di un pezzo di terra. Mario frequenta le scuole elementari e, ancora adolescente è assunto alla Moncenisio di Condove, addetto alla fresatura delle granate. Va a piedi da Almese a Condove, fino a quando non si costruisce da solo una bicicletta.

Nel 1939 è soldato di leva e nel 1941 il suo reparto riceve l’ordine di partire per l’Africa, ma Mario riesce ad evitare di far parte della spedizione. L’anno successivo muore la madre e incontra Anna Reinaudo, che sposa nel febbraio del 1943, andando a vivere a Torino. Nel frattempo ha cominciato a lavorare alla Fiat grandi motori e diventa uno specialista meccanico. Alla caduta del fascismo e Magnetto entra nella Resistenza a Torino, militando nel Gap.

La guerra non è ancora finita, e il futuro imprenditore inizia seriamente a pensare di mettersi per conto proprio. Crea una società, ma dopo poco tempo il suo socio lo abbandona. Magnetto non si perde d’animo. Recatosi alla Carello, azienda produttrice di fanali per auto, scopre che gli operai sono fermi perché manca la lamiera. Così lui la va a cercare e la porta alla Carello.

E’ l’inizio della sua storia di imprenditore. Nel 1943 comincia a fare il rigattiere, girando per Torino alla ricerca di materiale metallico che taglia, spiana e carica sulla sua bicicletta, andando a venderlo alle officine torinesi. In breve tempo un carretto sostituisce la bici e un ex commilitone si aggrega a lui.

Nel 1946 Mario Magnetto dispone di un tornio e di una piccola pressa e si installa in un capannone nella zona Lucento. Poi ne realizza un altro in via Balangero. A dargli una mano è la moglie, che si occupa dell’amministrazione, mentre lui gira l’Italia a bordo di un camion alla ricerca di residuati bellici e gli affari crescono a vista d’occhio.

Nel 1947 nasce la sua unica figlia, Aurora, e nel 1948 Magnetto dà vita alla Mafer, con sede in via Belluno e due dipendenti. Il giovane almesino gira infaticabile il nord Italia in cerca di clienti e nel 1953 la Mafer conta già una ventina di dipendenti, che raddoppiano di lì a poco.

All’inizio degli anni Sessanta i capannoni di Torino non bastano più e Magnetto decide di trasferire le proprie attività in valle di Susa, trovando il terreno adatto a Caselette. Nel dicembre 1967 nasce la CLN sas (Coils, Lamiere, Nastri) e nel 1973 tutta la sua attività è alle porte della valle. Inizia anche al sua espansione all’estero e, quando gli impianti di Caselette non bastano più, ne apre altri ad Alpignano. Nel 1998 la Cln occupa 180 operai e 35 impiegati. Magnetto acquista aziende in Italia e all’estero, ne apre altre, nel 1990 entra nel settore delle ruote d’acciaio, acquistando la Fergat, e nel 2002 il gruppo conta su 3.900 dipendenti.

Magnetto è vulcanico. Va a letto presto e alle prime luci dell’alba è già in ufficio. Dialoga direttamente coi sindacati, intesse rapporti sempre più intensi col mondo imprenditoriale, dà una mano a quei dipendenti che ne hanno bisogno per mandare il figlio all’università o per pagare il mutuo.

L’imprenditore fattosi da sé non dimentica però le proprie origini e alla metà degli anni Sessanta decide di dedicare le sue energie ad Almese. Nel 1970 diventa sindaco, carica che occuperà per dieci anni, ed amministra il paese assieme agli amici di un tempo. All’amministrazione pubblica applica il suo metodo imprenditoriale ed arriva ad anticipare i finanziamenti per realizzare le opere pubbliche.

 

Durante il suo mandato, Almese riceve finanziamenti pubblici in una misura che non avrà più. Vengono così realizzati il palazzo di piazza Martiri che ospita l’istituto bancario e la sala consiliare, il mercato coperto, oggi auditorium che porta il suo nome, l’asilo infantile “Riva Rocci”, la palestra comunale, la pista tagliafuoco, la caserma dei vigili del fuoco, la scuola elementare di Rivera, solo per citarne alcune.

Notevole è stato anche il suo contributo alle attività sociali di Almese. In particolare ha donato alla chiesa di via Avigliana il campanile, per la costruzione dell’asilo ha donato la sua indennità di carica dal 1970 al 1975, ha acquistato l’ambulanza per i vigili del fuoco, oltre ad effettuare numerose altre donazioni ad associazioni almesine.

Mario Magnetto ha lavorato fino all’ultimo e nel 1996 il presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro lo ha insignito del titolo di cavaliere del lavoro. Con gli anni i suoi amati nipoti, Gabriele e Raffaella Perris Magnetto iniziano a lavorare in azienda. Lui, però, è sempre presente, con la sua bicicletta che usa per muoversi all’interno dei suoi stabilimenti. Ma nel 1997 la sua fibra inizia a cedere e il 15 febbraio del 2002 Mario Magnetto si spegne nella sua casa di Almese.

Informazioni tratte da “Mario Magnetto. Una volontà d’acciaio”, di Lorenzo Gianotti, Edizioni Graphot

Pagina aggiornata il 03/03/2023

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